martedì 3 dicembre 2013

Acqua, sospensione del servizio per morosità: positiva la mediazione del Prefetto Bellesini

Prefettura di Terni 

UFFICIO TERRITORIALE DEL GOVERNO 

Gabinetto del Prefetto 


COMUNICATO STAMPA 

Acqua, sospensione del servizio per morosità: positiva la mediazione del Prefetto Bellesini 
Niente più cambiali per gli utenti morosi in difficoltà economica, rateizzazione agevolata, ricorso alla sospensione della fornitura solo dopo una attenta valutazione di ciascuna situazione 

Si è concluso positivamente il tavolo istituzionale convocato dal Prefetto Gianfelice Bellesini per cercare di contemperare il legittimo utilizzo, da parte del gestore del servizio idrico, dei mezzi messi a disposizione dell’ordinamento in presenza di una perdurante morosità con l’esigenza di non pregiudicare la fruizione di un bene essenziale per la Vita delle persone. 

All’incontro - sollecitato dal “Comitato per 1’acqua pubblica di Terni” - erano presenti, per l’ATI 4 Umbria, il Presidente Leopoldo Di Girolamo ed il Direttore Roberto Spinsanti; per il Servizio idrico Integrato, il Presidente, Stefano Puliti, e l’Amministratore delegate, Graziano Bernardi; per il “Comitato”, Franco Coppoli. 

L’intesa raggiunta tiene conto anche delle previsioni contenute nel “collegato ambientale alla legge di stabilità, che, dopo il varo da parte del Consiglio dei Ministri, è ora all’esame del Parlamento. In attesa che il provvedimento diventi legge, il gestore si è impegnato a non ricorrere più allo strumento delle cambiali per riattivare il servizio agli utenti morosi in difficoltà; a consentire piani di rateizzazione più adeguati alle loro effettive disponibilità economiche ed a valutare con attenzione e caso per case le situazioni prima di procedere all’eventuale distacco dell’utenza. 

Inoltre, il Presidente dell’ATI 4 Umbria nonché Sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo - nel sottolineare “l'esigenza, in questo momento di difficoltà economica, di riservare più attenzione a famiglie e cittadini” — ha aggiunto che verranno ricordate ai Servizi sociali dei Comuni le opportunità offerte agli utenti in difficoltà, vale a dire la possibilità di usufruire della tariffa sociale, di accedere al fondo di solidarietà e di ottenere un piano di rateizzazione dell’importo dovuto; tutte informazioni che saranno indicate anche in bolletta. 

Positiva la valutazione degli impegni assunti da parte del rappresentante del “Comitato per l’acqua pubblica di Terni” che si è detto "soddisfatto di quanto concordato". Per il Prefetto Bellesini “gli esiti dell’incontro dimostrano la sensibilità degli amministratori verso la delicata questione”. 

Terni, 21 novembre 2013

Stop ai distacchi contro gli utenti più deboli

Da "La Nazione" del 22.11.2013

TERNI — NIENTE più cambiali per gli utenti morosi in difficoltà economica, rateizzazione agevolata, ricorso alla sospensione della fornitura solo dopo una attenta valutazione di ciascuna situazione: così cambia la gestione del Servizio idrico.
E’ quanto emerso dall’incontro convocato dal prefetto Gianfelice Bellesini, su richiesta del Comitato per l’acqua pubblica, per cercare di coniugare il legittimo utilizzo, da parte del gestore del servizio idrico, dei mezzi di legge in presenza di una perdurante morosità con l’esigenza di non pregiudicare la fruizione di un bene essenziale per la vita della gente.

OLTRE al prefetto e a Franco Coppoli, in rappresentanza del Comitato, alla riunione hanno partecipato il sindaco e presidente dell’Ati4 Leopoldo Di Girolamo, il direttore dell’Ati4 Roberto Spinsanti, il presidente del Servizio Idrico Integrato, Stefano Puliti, e l’ad dello stesso Sii, Graziano Bernardi. «L’intesa raggiunta — spiega la prefettura — tiene conto anche delle previsioni contenute nel ‘collegato ambientale alla legge di stabilità’ che, dopo il varo da parte del Consiglio dei Ministri, è ora all’esame del Parlamento.

IN ATTESA che il provvedimento diventi legge, il gestore si è impegnato a non ricorrere più allo strumento delle cambiali per riattivare il servizio agli utenti morosi in difficoltà; a consentire piani di rateizzazione più adeguati alle loro effettive disponibilità economiche ed a valutare con attenzione e caso per caso prima di procedere all’eventuale distacco dell’utenza».
Di Girolamo ha sottolineato che verranno ricordate ai Servizi sociali dei Comuni le opportunità offerte agli utenti in difficoltà, vale a dire la possibilità di usufruire della tariffa sociale, di accedere al fondo di solidarietà e di ottenere un piano di rateizzazione dell’importo dovuto; tutte informazioni che saranno indicate anche in bolletta.
Positiva la valutazione degli impegni assunti da parte del rappresentante del «Comitato per l’acqua pubblica» che si è detto «soddisfatto di quanto concordato». Per il prefetto Bellesini «gli esiti dell’incontro dimostrano la sensibilità degli amministratori verso la delicata questione».

“OBBEDIENZA CIVILE” - LE SENTENZE CONTINUANO A DARCI RAGIONE: LA BOLLETTA VA DECURTATA DALLA REMUNERAZIONE DEL CAPITALE INVESTITO!

A 2 anni esatti dall'inizio, in Umbria, della campagna di ”obbedienza civile”, con la quale decine di cittadini/utenti si sono autoridotti la bolletta dell’importo corrispondente alla Remunerazione del Capitale Investito, possiamo festeggiare la ricorrenza con due sentenze emesse dal Giudice di Pace di Arezzo, le quali, per la prima volta in Italia, hanno  riconosciuto l'obbligo del gestore di non addebitare in bolletta tale quota, abrogata dal referendum popolare del 2011.

Di fatto le sentenze n. 437/2013 e n. 438/2013, accogliendo i ricorsi presentati dai sig.ri dalla Ragione Giuliano e Farsetti Fabio, assistiti dall’avv. Sandro Ponziani, del Foro di Città di Castello, hanno riconosciuto che spetta ai medesimi il rimborso di quanto corrisposto al gestore, dal 21.07.2011 (data di proclamazione degli esiti referendari), alla data della domanda (gennaio 2013), a titolo di remunerazione del capitale e  hanno altresì condannato il gestore al pagamento delle spese di causa.

Come é noto, nel giugno 2011, si é tenuto un referendum abrogativo, a cui hanno partecipato oltre 27 milioni di elettori, a seguito del quale si è pervenuti all'abrogazione ( con oltre il 95% dei voti favorevoli ), della norma che contemplava fra le voci di calcolo per la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato, anche  “la remunerazione del capitale investito” ( vale a dire il “profitto” dei gestori). Senonché i gestori, compresa Umbra Acque S.p.a., ignorando platealmente l'esito referendario,hanno continuato ad emettere fatture comprensive anche dell’importo corrispondente alla “remunerazione del capitale investito”, non più dovuto al momento della emissione delle bollette.

Di fronte a tale illegittimo comportamento, attuato in dispregio della volontà popolare, i Comitati per l'Acqua Pubblica, e lo stesso Comitato Umbro per l’Acqua Pubblica, promuovevano la cd. campagna per  l'“obbedienza civile”, consistente nell'autoriduzione, dalle somme fatturate, dell'importo corrispondente alla remunerazione del capitale, non più dovuto a seguito del referendum.

Con le due sentenze, il Giudice ha ora riconosciuto, da un lato la illegittimità del comportamento tenuto dal gestore e, dall'altro, implicitamente, la liceità dell'obbedienza civile,  con la quale gli utenti non hanno fatto altro che applicare la legge, in ottemperanza all'esito referendario, disatteso invece dai gestori, che prima di ogni altro avrebbero dovuto rispettarlo.

Anzi, dopo che il governo Monti nel 2011 aveva attribuito competenze in materia  idrica all'A.E.E.G. (Autorità di Vigilanza Energia Elettrica e Gas), questa, nell’approvare il  c.d. Metodo Tariffario Transitorio, con propri provvedimenti amministrativi, reintroduceva la remunerazione abolita dal referendum, ribattezzandola con un altro nome ( “costo della risorsa finanziaria”), e gli A.T.I. dell’Umbria, invece di far prevalere la legge referendaria, hanno seguito pedissequamente il sistema tariffario dell'AEEG, introducendo a carico degli utenti anche un nuovo balzello, denominato Foni (Fondo Investimenti).

Per questo, il Comitato Umbro Acqua Pubblica, assistito dall’Avv. Ponziani, ha presentato  ricorso al T.A.R.  contro la delibera unica degli ATI n.1 e n.2, sulle tariffe 2012-2013., dalle quali non è stata eliminata ( se non nominalmente ) la remunerazione del capitale, abolita dal referendum.