martedì 3 dicembre 2013

Acqua, sospensione del servizio per morosità: positiva la mediazione del Prefetto Bellesini

Prefettura di Terni 

UFFICIO TERRITORIALE DEL GOVERNO 

Gabinetto del Prefetto 


COMUNICATO STAMPA 

Acqua, sospensione del servizio per morosità: positiva la mediazione del Prefetto Bellesini 
Niente più cambiali per gli utenti morosi in difficoltà economica, rateizzazione agevolata, ricorso alla sospensione della fornitura solo dopo una attenta valutazione di ciascuna situazione 

Si è concluso positivamente il tavolo istituzionale convocato dal Prefetto Gianfelice Bellesini per cercare di contemperare il legittimo utilizzo, da parte del gestore del servizio idrico, dei mezzi messi a disposizione dell’ordinamento in presenza di una perdurante morosità con l’esigenza di non pregiudicare la fruizione di un bene essenziale per la Vita delle persone. 

All’incontro - sollecitato dal “Comitato per 1’acqua pubblica di Terni” - erano presenti, per l’ATI 4 Umbria, il Presidente Leopoldo Di Girolamo ed il Direttore Roberto Spinsanti; per il Servizio idrico Integrato, il Presidente, Stefano Puliti, e l’Amministratore delegate, Graziano Bernardi; per il “Comitato”, Franco Coppoli. 

L’intesa raggiunta tiene conto anche delle previsioni contenute nel “collegato ambientale alla legge di stabilità, che, dopo il varo da parte del Consiglio dei Ministri, è ora all’esame del Parlamento. In attesa che il provvedimento diventi legge, il gestore si è impegnato a non ricorrere più allo strumento delle cambiali per riattivare il servizio agli utenti morosi in difficoltà; a consentire piani di rateizzazione più adeguati alle loro effettive disponibilità economiche ed a valutare con attenzione e caso per case le situazioni prima di procedere all’eventuale distacco dell’utenza. 

Inoltre, il Presidente dell’ATI 4 Umbria nonché Sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo - nel sottolineare “l'esigenza, in questo momento di difficoltà economica, di riservare più attenzione a famiglie e cittadini” — ha aggiunto che verranno ricordate ai Servizi sociali dei Comuni le opportunità offerte agli utenti in difficoltà, vale a dire la possibilità di usufruire della tariffa sociale, di accedere al fondo di solidarietà e di ottenere un piano di rateizzazione dell’importo dovuto; tutte informazioni che saranno indicate anche in bolletta. 

Positiva la valutazione degli impegni assunti da parte del rappresentante del “Comitato per l’acqua pubblica di Terni” che si è detto "soddisfatto di quanto concordato". Per il Prefetto Bellesini “gli esiti dell’incontro dimostrano la sensibilità degli amministratori verso la delicata questione”. 

Terni, 21 novembre 2013

Stop ai distacchi contro gli utenti più deboli

Da "La Nazione" del 22.11.2013

TERNI — NIENTE più cambiali per gli utenti morosi in difficoltà economica, rateizzazione agevolata, ricorso alla sospensione della fornitura solo dopo una attenta valutazione di ciascuna situazione: così cambia la gestione del Servizio idrico.
E’ quanto emerso dall’incontro convocato dal prefetto Gianfelice Bellesini, su richiesta del Comitato per l’acqua pubblica, per cercare di coniugare il legittimo utilizzo, da parte del gestore del servizio idrico, dei mezzi di legge in presenza di una perdurante morosità con l’esigenza di non pregiudicare la fruizione di un bene essenziale per la vita della gente.

OLTRE al prefetto e a Franco Coppoli, in rappresentanza del Comitato, alla riunione hanno partecipato il sindaco e presidente dell’Ati4 Leopoldo Di Girolamo, il direttore dell’Ati4 Roberto Spinsanti, il presidente del Servizio Idrico Integrato, Stefano Puliti, e l’ad dello stesso Sii, Graziano Bernardi. «L’intesa raggiunta — spiega la prefettura — tiene conto anche delle previsioni contenute nel ‘collegato ambientale alla legge di stabilità’ che, dopo il varo da parte del Consiglio dei Ministri, è ora all’esame del Parlamento.

IN ATTESA che il provvedimento diventi legge, il gestore si è impegnato a non ricorrere più allo strumento delle cambiali per riattivare il servizio agli utenti morosi in difficoltà; a consentire piani di rateizzazione più adeguati alle loro effettive disponibilità economiche ed a valutare con attenzione e caso per caso prima di procedere all’eventuale distacco dell’utenza».
Di Girolamo ha sottolineato che verranno ricordate ai Servizi sociali dei Comuni le opportunità offerte agli utenti in difficoltà, vale a dire la possibilità di usufruire della tariffa sociale, di accedere al fondo di solidarietà e di ottenere un piano di rateizzazione dell’importo dovuto; tutte informazioni che saranno indicate anche in bolletta.
Positiva la valutazione degli impegni assunti da parte del rappresentante del «Comitato per l’acqua pubblica» che si è detto «soddisfatto di quanto concordato». Per il prefetto Bellesini «gli esiti dell’incontro dimostrano la sensibilità degli amministratori verso la delicata questione».

“OBBEDIENZA CIVILE” - LE SENTENZE CONTINUANO A DARCI RAGIONE: LA BOLLETTA VA DECURTATA DALLA REMUNERAZIONE DEL CAPITALE INVESTITO!

A 2 anni esatti dall'inizio, in Umbria, della campagna di ”obbedienza civile”, con la quale decine di cittadini/utenti si sono autoridotti la bolletta dell’importo corrispondente alla Remunerazione del Capitale Investito, possiamo festeggiare la ricorrenza con due sentenze emesse dal Giudice di Pace di Arezzo, le quali, per la prima volta in Italia, hanno  riconosciuto l'obbligo del gestore di non addebitare in bolletta tale quota, abrogata dal referendum popolare del 2011.

Di fatto le sentenze n. 437/2013 e n. 438/2013, accogliendo i ricorsi presentati dai sig.ri dalla Ragione Giuliano e Farsetti Fabio, assistiti dall’avv. Sandro Ponziani, del Foro di Città di Castello, hanno riconosciuto che spetta ai medesimi il rimborso di quanto corrisposto al gestore, dal 21.07.2011 (data di proclamazione degli esiti referendari), alla data della domanda (gennaio 2013), a titolo di remunerazione del capitale e  hanno altresì condannato il gestore al pagamento delle spese di causa.

Come é noto, nel giugno 2011, si é tenuto un referendum abrogativo, a cui hanno partecipato oltre 27 milioni di elettori, a seguito del quale si è pervenuti all'abrogazione ( con oltre il 95% dei voti favorevoli ), della norma che contemplava fra le voci di calcolo per la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato, anche  “la remunerazione del capitale investito” ( vale a dire il “profitto” dei gestori). Senonché i gestori, compresa Umbra Acque S.p.a., ignorando platealmente l'esito referendario,hanno continuato ad emettere fatture comprensive anche dell’importo corrispondente alla “remunerazione del capitale investito”, non più dovuto al momento della emissione delle bollette.

Di fronte a tale illegittimo comportamento, attuato in dispregio della volontà popolare, i Comitati per l'Acqua Pubblica, e lo stesso Comitato Umbro per l’Acqua Pubblica, promuovevano la cd. campagna per  l'“obbedienza civile”, consistente nell'autoriduzione, dalle somme fatturate, dell'importo corrispondente alla remunerazione del capitale, non più dovuto a seguito del referendum.

Con le due sentenze, il Giudice ha ora riconosciuto, da un lato la illegittimità del comportamento tenuto dal gestore e, dall'altro, implicitamente, la liceità dell'obbedienza civile,  con la quale gli utenti non hanno fatto altro che applicare la legge, in ottemperanza all'esito referendario, disatteso invece dai gestori, che prima di ogni altro avrebbero dovuto rispettarlo.

Anzi, dopo che il governo Monti nel 2011 aveva attribuito competenze in materia  idrica all'A.E.E.G. (Autorità di Vigilanza Energia Elettrica e Gas), questa, nell’approvare il  c.d. Metodo Tariffario Transitorio, con propri provvedimenti amministrativi, reintroduceva la remunerazione abolita dal referendum, ribattezzandola con un altro nome ( “costo della risorsa finanziaria”), e gli A.T.I. dell’Umbria, invece di far prevalere la legge referendaria, hanno seguito pedissequamente il sistema tariffario dell'AEEG, introducendo a carico degli utenti anche un nuovo balzello, denominato Foni (Fondo Investimenti).

Per questo, il Comitato Umbro Acqua Pubblica, assistito dall’Avv. Ponziani, ha presentato  ricorso al T.A.R.  contro la delibera unica degli ATI n.1 e n.2, sulle tariffe 2012-2013., dalle quali non è stata eliminata ( se non nominalmente ) la remunerazione del capitale, abolita dal referendum.

lunedì 11 novembre 2013

DISOCCUPATO IN DIFFICOLTA’ ECONOMICA RIOTTIENE L’ACQUA A CASA. CONTINUA LA LOTTA CONTRO I DISTACCHI PER AFFERMARE IL DIRITTO ALL’ACQUA

L’acqua è stato riallacciata a M.I. dopo l’incontro tra il Comitato per l’acqua di Terni (rappresentato da Mirko Pacioni di Orvieto, Franco Coppoli di Terni e Stephanie G. di Otricoli), e il sindaco di Terni Leopoldo di Girolamo, il presidente del SII Stefano Politi ed il direttore dell’ATI4 Roberto Spinsanti. Erano però passati ben quindici giorni senza acqua da quando M.I., 40enne disoccupato da due anni, ha subito il distacco del contatore e l’interruzione del servizio idrico perché non aveva potuto pagare una vecchia bolletta dell’acqua. M. per due settimane per poter lavarsi si è dovuto appoggiare ad amici e parenti, mentre i proprietari dei bar vicino a casa sua gli permettevano di fruire dei bagni, perché la crisi porta anche a forme di solidarietà.
 
La difficoltà a pagare le bollette è ormai un problema diffuso, ma non può dare luogo a distacchi se riguarda un servizio essenziale come l’acqua, fondamentale per la vita, la dignità, l’igiene e la sicurezza delle persone.
Sempre più spesso famiglie, disoccupati ed anziani si rivolgono al Comitato per l’acqua per veder rispettati i loro diritti. La questione riguarda la provincia di Terni/sede dell’ATI4, dove risultano diversi casi di distacco per impossibilità di pagare per motivi economici. Addirittura l’ente gestore, il SII, ha imposto la firma di cambiali per ottenere il riallaccio dell’acqua: un evidente ricatto a persone che si trovano in stato di evidente i difficoltà economiche, senza alcun rispetto della dignità e della vita del cittadino, privato di un bene essenziale.
 
Il comitato per l’acqua ha chiesto l’incontro odierno con ATI e SII per cercare di arrivare ad una soluzione generale di questo problema che, con la crisi in atto probabilmente potrà aumentare.
Per evitare che sia tagliata l’acqua per morosità incolpevole alle utenze domestiche residenziali il comitato ha fatto una esplicite richieste di una interruzione dei distacchi dell’acqua, perché la sospensione della fornitura di un bene primario come l'acqua è sproporzionata a fronte di un inadempimento pecuniario e molte sentenze ribadiscono il divieto di sospensione dell’erogazione di un bene essenziale come l’acqua.
Per ottenere la certezza del diritto ed evitare emergenze igienico-sanitarie nonché sociali ecco le richieste del comitato:
·      l’interruzione e la sospensione immediata delle procedure di distacco delle utenze idriche domestiche residenziali, l’interruzione immediata dell’asportazione dei contatori idrici, il riallaccio di quelle attualmente disallacciate;
·      che in bolletta si informi l’utente finale circa le procedure previste dalle condizioni contrattuali in caso di morosità;  che l’utente finale sia adeguatamente informato dell’esistenza di presunte morosità, della necessita di sanarle e delle conseguenze del perdurante inadempimento;
·      l’avvio di procedure di morosità  in presenza di un adeguato, formale e congruo preavviso al cittadino, attraverso l’invio di raccomandate A/R;
·      che l’utente possa far fronte al pagamento delle bollette fruendo di piani di rateizzazione e di eventuali rinnovi delle stesse, secondo modalità non lasciate alla discrezionalità del gestore;
·      che sia interrotta l’imposizione di cambiali per riattivare l’erogazione idrica agli utenti morosi in gravi difficoltà economiche;
·      che sia pubblicizzata la tariffa agevolata per i soggetti economicamente disagiati facendo riferimento all’ISEE;
·      che vengano immediatamente cancellate le clausole vessatorie dal contratto, a partire dalle condizioni sulla rescissione del contratto inserite nell’art.29 bis del regolamento di distribuzione dell’acqua potabile, recepite nel punto 9.5 della carta dei servizi del SII, come da delibera dell’AEEG del 28/02/13 e numerose sentenze (p.es. n.2972 Tribunale di Latina del 18.11.11).
·      che sia prevista nella carta dei servizi del SII la possibilità per l'utente di effettuare il reclamo sulla fattura e un congruo tempo di risposta del gestore prima che l'utente sia considerato moroso, come riconosciuto nel Codice del Consumo.
 
L’incontro è terminato con l’assicurazione che si procederà al riallaccio dell’utenza di M.I. e verranno analizzate con attenzione tutte le situazioni di distacco delle utenze domestiche.
Tra una decina di giorni dovrebbe esserci un secondo incontro in Prefettura per definire garanzie per i cittadini e la possibilità di fruire dell’acqua a prescindere dalle condizioni economiche dei cittadini.
 
Invitiamo chi ha subito il distacco dell’acqua, chi avesse problemi con il SII, chi sente violato il suo diritto ad un bene essenziale come l’acqua di contattare il Comitato per l’acqua bene comune ai seguenti numeri: Terni 328 6536553, Orvieto 328 5430394, Amelia 349 3940084, Otricoli 347 9566804, Narni 335 6437407.

martedì 29 ottobre 2013

SE NON PAGHI NON BEVI NE’ TI LAVI. IL SII “RICATTA” UN DISOCCUPATO E TAGLIA L’EROGAZIONE DELL’ACQUA!

Questo è quanto successo a M.I., un ternano disoccupato da due anni che si è trovato nell'impossibilità di pagare le bolletta dell'acqua.
Già a febbraio, non avendo potuto saldare le bollette, aveva avuto difficoltà ed era stato lasciato senza acqua per ben 40 giorni, fino a quando aveva potuto pagare il riallaccio ed una cambiale che il gestore del servizio idrico, il SII SCPA gli aveva imposto di firmare per poter accedere ad un bene essenziale per l’igiene, la vita e la salute, riconosciuta come diritto dalla stessa Costituzione repubblicana. Non ha però potuto liquidare, per la disperata situazione economica, la cambiale successiva.
Il SII di Terni, cinque giorni fa, 24 ottobre,  senza nessun preavviso, ha chiuso l'acqua e asportato il contatore dalla sua abitazione, lasciandolo così senza acqua da bere o per lavarsi.
Recatosi presso gli uffici del gestore per spiegare la delicata situazione personale ed economica che sta affrontando in questo periodo e per chiedere la rateizzazione della bolletta, gli è stato risposto che senza il pagamento integrale del debito e delle spese per il riallaccio non avrebbe potuto riavere l'acqua.
Ieri il caso è venuto alla conoscenza del Comitato per l’acqua bene comune di Terni che ha preparato una denuncia, presentata da M.I. alla Procura della Repubblica di Terni, mentre stamattina (29/10) sono stati avvisati e sollecitati il Sindaco di Terni,  garante della salute dei cittadini ed il Prefetto. 
Il gestore del servizio, il SII di fatto ricatta (o i soldi o l’acqua…) chi, a causa della crisi, non è in condizioni di pagare. Non è però legittimo tagliare l’acqua alle famiglie o a chi è in condizioni di indigenza: tra l’altro i distacchi del servizio idrico non sono neanche preavvisati da comunicazioni da parte del SII, ci si ritrova senza acqua senza avere avuto prima alcuna comunicazione. In altre città (a Perugia è stato sospeso il distacco alle utenze grazie all'intervento del Prefetto) viene applicato un riduttore dell’erogazione che permette comunque alle persone di bere e cucinare. Ricordiamo che l’acqua non è una merce ma un bene essenziale per la vita e l’igiene.
Il comitato si fa garante del diritto all'acqua e risponderemo con denunce e vertenze a qualsiasi interruzione del servizio idrico nelle case e nelle famiglie forti del principio che l’acqua è un diritto inalienabile delle persone. Ricordiamo, tra le tante, la sentenza di Tempio Pausania  del 6/07/2012 che ribadisce che il diritto all'acqua è un valore essenziale protetto dalla Costituzione e che non si può subire un distacco a causa di un contenzioso con l’ente gestore.

Questo atto è una grave lesione del diritto fondamentale all'accesso all'acqua, bene indispensabile alla vita umana.  L’interruzione dell’erogazione dell’acqua costituisce una violazione del diritto alla salute e si configura come la causa di una potenziale emergenza igienico-sanitaria. Questa è la diretta conseguenza della privatizzazione della gestione dell’acqua, bocciata sonoramente dal 92% degli italiani attraverso un referendum disatteso dalla casta politico-economica in tutela degli interessi e dei profitti privati. Se paghi bevi, se non paghi ti tolgo l’acqua. Come se fosse una merce e non un diritto inalienabile.  Oltretutto questo diritto viene negato a fronte della pretesa di una tariffa che non ha recepito gli esiti dei referendum, visto che di fatto mantiene tutt'ora la remunerazione del capitale investito abrogata. Ancora più grave è che l'acqua venga staccata in un contesto generale dove la crisi economica  che stiamo vivendo sta mettendo in ginocchio intere famiglie mentre continua a favorire banche e multinazionali.

giovedì 3 ottobre 2013

Rimborso del canone di depurazione

se la vostra utenza non è allacciata alla rete fognaria potete ottenere un rimborso. Presentate la domanda entro il 15 ottobre, qui sotto le modalità:
PER CONTROLLARE LA VOSTRA UTENZA (PROVINCIA DI TERNI) ANDATE QUI IL MODULO LO TROVATE QUI SOTTO.


Tutte le utenze che provvedono autonomamente della depurazione, ad esempio con fosse imhoff o con dispersione, oppure ubicate in zone dove non c'è il depuratore, hanno diritto al rimborso del canone di depurazione, che spesso è  presente nella bolletta anche se non dovuto!

Sono  migliaia gli utenti inconsapevoli di avere diritto al rimborso, fino a 10 anni di canoni di depurazione pagati e non dovuti.
Si tratta di parecchi soldi visto che  corrisponde a circa 30% della tariffa! 
Ad esempio,  una famiglia che paga circa € 600,00 all'anno, deve averne €180 di rimborso e per 10 anni diventano la bella somma di € 1.800,00.
Per ottenere il rimborso è necessario presentare  la richiesta entro il 15/10/2013, (5 anni dalla sentenza della Corte costituzionale 335 del 8/10/2008)
Dopo tale data i gestori (Umbra Acque SPA, Valle Umbra Servizi SPA e SII SCPA di Terni) non sono più tenuti a restituire il pregresso e  potranno mantenere nelle loro casse milioni di Euro indebitamente incamerati,  anche se dopo la sentenza della corte costituzionale, avevano già ottenuto aumenti tariffari per ottemperare a tali rimborsi.  
La richiesta può essere eseguita con semplice lettera o e.mail. Ecco il modello da utilizzare:

Spett.le S.I.I. Servizio Idrico Integrato S.c.p.a.
Via I Maggio, 65 - 05100 Terni
RICHIESTA PER LA RESTITUZIONE DELLA QUOTA DI TARIFFA NON DOVUTA RIFERITA AL SERVIZIO DI DEPURAZIONE SECONDO LE SPECIFICHE DEL DECRETO DEL MINISTERO DELLʼAMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE DEL 30.09.2009
Il/La Sottoscritto/a ..................................................................................................................
nato/a il ............................................a...............................................................Prov..............
residente in.................................................Via/Piazza................................................n.........
telefono.......................................................Cod. Fisc.............................................................
DICHIARA
di essere regolare con i pagamenti delle fatture relative al servizio di fornitura idrica
intestate al sottoscritto e, eventualmente, a società, associazioni o altri soggetti
riconducibili alla mia persona e
CHIEDE
la restituzione della quota di depurazione nei tempi e modi previsti dal Decreto Ministeriale
del 30.09.2009 per l
ʼ
utenza idrica intestata a.........................................................................
con codice cliente..............................................sita nel Comune di.......................................
Via/Piazza...............................................................................................................................
DATA

IL RICHIEDENTE
__________________

_____________________________
Si allega:
1.
copia del documento di riconoscimento del richiedente
2.
copia ultima bolletta pervenuta*
3.
copia della relativa ricevuta di pagamento*
4.
lettura del contatore nel caso di fattura in acconto
*Sono esclusi gli utenti con domiciliazione bancaria attiva
La presente richiesta può essere inoltrata alla scrivente tramite lettera allʼindirizzo in
epigrafe, a mezzo fax al numero 0744.434752 o consegnata direttamente presso uno
qualunque dei nostri sportelli

PER LA PROVINCIA DI PERUGIA Un esempio della richiesta può essere il modellino di Umbra Acque pubblicato su questo link:

martedì 11 giugno 2013

Buon Compleanno Referendum.
A due anni dal referendum la privatizzazione dell'acqua in Umbria prosegue senza sosta!

Continua la campagna di obbedienza civile promossa dal Comitato Umbro Acqua Pubblica che consiste nell'autoriduzione della bolletta dell'acqua e nella richiesta del rimborso del canone di depurazione.

Dopo due anni dal referendum contro la privatizzazione dell'acqua nessuna delle aspettative previste dal dettato referendario è stata portata avanti.
La prima cosa che ci si aspettava era infatti una riduzione delle tariffe per effetto dell'eliminazione della remunerazione del capitale investito.
Questo non è mai avvenuto! I Sindaci Umbri lungi da deliberare in tal senso approvato una tariffa 2012 con il vecchio metodo, lasciato nella tariffa un profitto che arrivava, in parecchi comuni, anche al 16%!
Le cose non sono cambiate nel 2013!
Infatti tutti i Comuni dell'Umbria, riuniti negli ATI, hanno approvato il nuovo metodo tariffario transitorio, imposto dall'AEEG, che ripropone la remunerazione del capitale investito con il nome di “oneri finanziari” che non sono gli interessi sui mutui per gli investimenti o bancari, come vorrebbero farci credere, ma interessi calcolati forfettariamente sulla base di tassi dei BOT 10 e indici fissi; una componente aggiuntiva che andrà ad incidere sulle tariffe 2012 e 2013, in maniera retroattiva, in alcuni Comuni anche del 22%!
Gli utenti dell'ATI 1 e 2 (Umbra Acque SPA), già pagano in tariffa i cosiddetti “corrispettivi di concessione” a copertura degli interessi sui mutui per gli impianti, in concessione dai comuni. Il colmo di tutto questo è che Umbra Acque SPA incassa i corrispettivi dagli utenti ma non li restituisce ai Comuni per pagare le rate dei mutui, così questi devono far fronte con le loro casse ai pagamenti delle rate, mentre i cittadini/utenti sono quelli che pagano doppio per sostenere la situazione: una volta in bolletta e una volta sotto forma di tasse comunali!
Ma i Sindaci umbri (ATI 1, 2, 3 e 4) non si sono fatti mancare l'altra bella occasione di aiutare i gestori, quella di caricare la nuova tariffa di un'altro componente, il famoso “fondo nuovi investimenti FNI”, una possibilità concessa dall'AEEG di cui essi hanno subito approfittato di inserire questa nuova componente a copertura di costi futuri per.....nuovi investimenti che si dovranno fare ma per i quali non c'è ancora nessun programma di realizzazione. L'Unica certezza è l'aggravio della tariffa fino al 6%, oltre al normale aumento.

Sul versante regionale la musica non cambia. Da pochi giorni infatti la Regione Umbria ha deliberato sull'AURI Autorità Umbra Rifiuti e Idrico che riunisce i Comuni umbri per la gestione dei rifiuti e del servizio idrico. Una legge regionale che spinge ancora di più verso la privatizzazione, recepisce il nuovo metodo tariffario del servizio idrico e toglie la possibilità all'ATI 3 in House di tornare ad un gestore pubblico attraverso azienda speciale. La legge è stata riproposta dall'Assessore all'ambiente in aula, nonostante l'apposita Commissione consiliare avesse recepito con un emendamento le istanze del Comitato.
Una grande prova di democrazia delle istituzioni umbre che pur di privilegiare le oligarchie economiche, hanno rigettato la proposta della Commissione che recepiva le istanze dei comitato e approvato la legge con una maggioranza anomala (PD e opposizione), a riprova di quanto contino per questa regione la volontà dei 27 milioni di cittadini che hanno detto no alla privatizzazione dell'acqua.

In tutto ciò invitiamo tutti e tutte a contattare il comitato per avere informazioni sulla bolletta per quanto riguarda:
- la riduzione della tariffa in osservanza del  referendum;
- il rimborso del canone di depurazione che scadrà il prossimo 15 ottobre 2013.

Il Comitato Umbro acqua Pubblica
acquapubblicapg@gmail.com
http://acquapubblica-umbria.noblogs.org

Un articolo interessante su questo importante anniversario: Acqua pubblica.

venerdì 31 maggio 2013

Rimunicipalizzare l'acqua: si può fare. La situazione a Terni.



Mentre molte città del mondo riportano l'acqua alla gestione pubblica, dopo avere subito la depredazione da parte di società private, a Terni il SII ammette mille domande al Fondo per le utenze deboli, per le famiglie in difficoltà con il pagamento della bolletta dell'acqua: qui l'articolo su TerniOggi.

Il SII non può comunque staccare completamente l'acqua, anche in presenza di morosità, in quanto si tratta di un bene legato all'igiene ed alla sussistenza singola e collettiva.

Rimane il fatto che a Terni l'acqua ha il costo più alto d'Italia, come denunciato da Federcosumatori in una recente indagine.

Come Comitato, continuiamo a chiedere che venga rispettato il risultato del Referendum e che l'acqua ritorni ad essere un bene comune al di fuori del profitto.

lunedì 20 maggio 2013

A Terni il costo dell’acqua più caro d’Italia, bollette salatissime. Indagine di Federconsumatori


Terni si aggiudica uno dei primati meno ambiti: quello di città d’Italia con il costo più elevato dell’acqua. Il dato emerge dall’XI indagine nazionale sulle tariffe del servizio idrico integrato (qui l’indagine) effettuata dal Centro ricerche economiche educazione e formazione di Federconsumatori e presentata lo scorso fine settimana a Firenze.

Cinque fattori determinano i costi della bolletta: la quota fissa, il costo del servizio acquedottistico, il costo del servizio di fognatura, il costo del servizio di depurazione e l’Iva. Prendendo in considerazione questi fattori, tra tutte le città, Terni è risultata di gran lunga la più cara, con 332 euro ogni 100 mc. Seguono a distanza Latina (253 euro per 100 mc) e Pisa (240 euro per 100 mc). La città dove l’acqua costa meno è Isernia (46 euro per 100 mc) il cui prezzo è 7 volte inferiore a quello applicato a Terni.

In tutta Italia, dal 2011 al 2012m il costo della bolletta è aumentato del 7,8% mentre rispetto al 2000 si è registrato il vertiginoso aumento del 61%.

Fonte: www.ternioggi.it.

martedì 16 aprile 2013

ACCOMPAGNA IL BAMBINO ALL’ASILO E QUANDO TORNA TROVA LA CASA SENZA ACQUA E IL CONTATORE ASPORTATO!


Questo è quanto successo a L. A. e S. B. una giovane coppia con un bimbo di 5 anni, lei disoccupata dopo aver ottenuto un diploma da infermiera,  lui da circa un anno senza lavoro,  che si sono trovati nell'impossibilità di pagare le bolletta dell'acqua.
Il SII di Terni, una settimana fa, l'8 aprile,  senza nessuna raccomandata di preavviso, ha chiuso l'acqua e asportato il contatore alla loro abitazione.
Il giorno dopo si sono recati presso gli uffici del gestore spiegando la delicata situazione familiare ed economica che stanno affrontando in questo periodo e chiedendo una rateizzazione della bolletta, ma è stato loro risposto che senza il pagamento integrale del debito e le spese del riallaccio non avrebbero potuto riavere l'acqua.
Dopo una settimana stamattina (16/03) il caso è venuto alla conoscenza del Comitato per l'acqua bene comune di Terni (http://comitatoacquaterni.blogspot.it/)  che, coordinandosi col Comitato regionale Umbro per l'acqua pubblica (http://acquapubblica-umbria.noblogs.org/), ha preparato una denuncia, presentata da L.A. ai carabinieri, mentre contemporaneamente veniva avvisato e sollecitato il Sindaco di Terni,  garante della salute dei cittadini (a prescindere dalle loro condizioni economiche). Le pressioni dei comitati e l'intervento del Sindaco sono stati risolutivi per ristabilire un diritto fondamentale come quello dell'acqua. Dalla tarda mattinata di oggi il piccolo F. di 5 anni ha di nuovo l'acqua da bere nella sua casa.
Il comitato si fa garante del diritto all'acqua come bene comune, risponderemo con denunce e vertenze a qualsiasi interruzione del servizio idrico nelle case e nelle famiglie forti del principio che l'acqua è un bene comune e non una merce, un diritto inalienabile delle persone. Ricordiamo, tra le tante, la sentenza di Tempio Pausania  del 6/07/2012 che ribadisce che il diritto all'acqua è un valore essenziale protetto dalla Costituzione.
Questo atto è una grave lesione del diritto fondamentale all'accesso all'acqua, bene indispensabile alla vita umana.  L'interruzione dell'erogazione dell'acqua costituisce una violazione del diritto alla salute e si configura come la causa di una potenziale emergenza igienico-sanitaria. Questa è la diretta conseguenza della privatizzazione della gestione dell'acqua, bocciata sonoramente dal 92% degli italiani attraverso un referendum disatteso dalla casta politico-economica in tutela degli interessi e dei profitti privati. Se paghi bevi, se non paghi ti tolgo l'acqua. Come se fosse una merce e non un diritto inalienabile.  Oltretutto questo diritto viene negato a fronte della pretesa di una tariffa che non ha recepito gli esiti dei referendum visto che mantiene tutt'ora la remunerazione del capitale investito abrogata. Ancora più grave è che l'acqua venga staccata in un contesto generale dove la crisi economica  che stiamo vivendo sta mettendo in ginocchio intere famiglie mentre continua a favorire banche e multinazionali.