Si tratta di una decisione decisiva e importante, non solo per la Francia, ma anche e soprattutto per l’Italia, dove nel 2011 un referendum aveva decretato che l’acqua è un bene comune e pubblico. Il Consiglio costituzionale francese, dunque, ha convalidato il divieto totale di interruzione della fornitura d’acqua, introdotto con legge nel 2013, misura che era stata contestata da uno dei fornitori, la Saur. Il Consiglio, nella giornata di venerdì 29 maggio, ha “giudicato che l’attentato alla libertà contrattuale e la libertà d’impresa che deriva dal divieto di interruzione della fornitura non è manifestamente sproporzionato in relazione all’obiettivo perseguito dal legislatore”.
La società Saur aveva depositato una interrogazione prioritaria di costituzionalità, dopo essere stata chiamata in giudizio da un cliente per interruzione di fornitura. Il Consiglio costituzionale “ha rigettato la richiesta del distributore”, che aveva denunciato “un attentato alla libertà contrattuale e alla libertà d’impresa”. La legge Brottes del 15 aprile 2013, il cui decreto di applicazione è del 27 febbraio 2014, vieta ad ogni distributore di interrompere la fornitura dell’acqua nella residenza principale, anche in caso di morosità fino alla durata di un anno. È la stessa legge che istituisce la tregua invernale per la fornitura di elettricità e di gas, a beneficio di tutti i consumatori, senza distinzione di reddito.
France Libertés si è detta felice della decisione del Consiglio costituzionale: “il verdetto è senza appello”, scrive in un comunicato, “questa decisione è l’esito di una lunga battaglia per il rispetto della legge e della dignità dei più sfavoriti”. Un cliente della Saur, al quale il gestore aveva interrotto la fornitura per molti mesi, aveva depositato alla fine del 2014 un ricorso dinanzi al Tribunale di Amiens, in Picardia. Il Tribunale di Grande Istanza di Amiens aveva ordinato il ripristino immediato della fornitura ed ha rimesso il giudizio al Consiglio costituzionale dopo che la Saur aveva depositato l’interrogazione prioritaria.
La giustizia francese ha condannato molti distributori, tra i quali la Lyonnaise des eaux, Veolia eau e il gestore pubblico Noreade, per aver interrotto la fornitura dell’acqua per molti mesi ai clienti morosi. Nella legge sulla transizione energetica, l’Assemblea legislativa francese ha conservato il divieto generalizzato di interruzione della fornitura dell’acqua, che però il Senato aveva soppresso. Ai distributori è stata tuttavia concessa la possibilità di ridurre l’addebito, come accade nel caso della fornitura elettrica. Ora, la sentenza del Consiglio costituzionale afferma un chiaro principio di civiltà, che speriamo possa essere seguito dai Parlamenti di tutti i Paesi europei, ad iniziare dall’Italia.
COMITATO PER L'ACQUA BENE COMUNE TERNI
mercoledì 3 giugno 2015
giovedì 26 marzo 2015
Bando per i fondi del servizio idrico per utenti a basso reddito
Dal giorno 23 Febbraio 2015 e non oltre le ore 13.00 del giorno 15 Giugno 2015 possono essere presentate lerichieste per la concessione di un contributo sui costi del Servizio Idrico Integrato a favore dei titolari di utenze domestiche residenti che versano in condizioni di disagio sociale ed economico Anno 2014, a valere sui relativi consumi.
Possono accedere a tali contributi, dietro presentazione di specifica domanda, le famiglie o nuclei familiari che alla data del 01/01/14 risultano avere la residenza del nucleo familiare nei Comuni della provincia di Terni serviti dall’ATI 4Umbria e il cui indicatore ISEE dell’anno 2013, in corso di validità, rilasciato dal Comune di residenza o da altri soggetti abilitati, ai sensi del DPCM 159/13, dell’intero nucleo familiare, sia inferiore o uguale a € 12.000,00 nonché le Organizzazioni di volontariato ONLUS, le Associazioni di promozione sociale (APS) o equipollenti che gestiscono immobili in cui vengono ospitate, a fini abitativi, persone e/o nuclei familiari in disagio socio economico.
Bisogna presentare
1. Domanda di partecipazione sottoscritta dal titolare dell’utenza o da suo delegato;
2. Copia attestazione dell’Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) dell’anno 2013, in corso di validità, del nucleo familiare del richiedente;
3. Copia dell’ultima bolletta idrica in possesso dell’utente;
4. Copia documento di identità del richiedente in corso di validità; 5. Presentazione del Modello C, nel caso di utenza condominiale;
6. Presentazione del Modello F, nel caso di Organizzazioni di volontariato ONLUS, Associazioni di promozione sociale (APS) o equipollenti;
7. Atto di delega nel caso di consegna della domanda da parte di terzi.
Le agevolazioni saranno erogate nei limiti della dotazione del Fondo di solidarietà, secondo l’ordine della suddetta graduatoria.
Le domande dovranno essere presentate:
invio per posta elettronica, con allegato documento di identità del richiedente in corso di validità, a segreteriasii@arubapec.it, entro il termine previsto;
invio per posta elettronica certificata a segreteriasii@arubapec.it, entro il termine previsto;
raccomandate A/R, indirizzata alla Direzione e sede legale SII scpa, Via I Maggio, n. 65, 05100 Terni, inviata entro il termine previsto per il quale farà fede il timbro postale;
consegna a mano presso le sedi della SII scpa. Nel caso di consegna da parte di soggetti terzi, la consegna a mano dovrà essere corredata di apposito atto di delega.
consegna a mano presso la sede della Consulta dei Consumatori in Via D. Bramante, n. 43 in Terni, nei giorni di venerdì dalle ore 9.00 alle 12.00, per il periodo di validità del bando.
Mediante consegna a mano presso gli uffici della Cittadinanza dei Comuni, presso gli Uffici Protocollo degli stessi, del territorio dell’ATI 4 Umbria.
mercoledì 18 marzo 2015
GESTIONE PUBBLICA DELL’ACQUA - NAPUL’ E’……. ABC!
Il 9 marzo 2015 è una data storica per il movimento Acqua di Napoli perché il Consiglio Comunale di Napoli ha finalmente votato lo Statuto di ABC –Napoli (Acqua Bene Comune) ed ha affidato , con una Convenzione , l’acqua di Napoli ad ABC , Azienda Speciale, che non può lucrare sull’acqua.
Per sei lunghe ore in piedi, con i rappresentanti del movimento acqua di Napoli, ho potuto seguire il dibattito delle forze politiche, che per la prima volta hanno votato compatte per la gestione pubblica dell’acqua, incluso il PD . Astenuti, invece,i Fratelli d’Italia, Nuovo Centro Destra e Forza Italia.
Quando il presidente del Consiglio Comunale ha annunciato l’esito del voto ,l’assemblea lo ha accolto con un scrosciante applauso . Consiglia Salvio, la coordinatrice del movimento acqua in Campania ha alzato un cartellone con la scritta “Napul’è ….ABC”. Euforia per una vittoria quasi insperata: abbracci, strette di mano, foto e sventolii di bandiere.
“Questa è una pagina storica che Napoli oggi scrive”- tuona in aula il sindaco Luigi De Magistris, soddisfatto anche per l’appoggio quasi unanime del Consiglio.
Napoli diventa così l’unica grande città in Italia che ha avuto il coraggio di obbedire al Referendum sull’acqua del 2011 che sancisce (è legge di Stato!) che l’acqua deve uscire dal mercato e che non si può fare profitto su questo bene che è un diritto fondamentale. Ero così felice perché Napoli, una città così malfamata in Italia, dava a tutto il paese una lezione di civiltà, di coraggio. Mi sembrava di sognare! Ce l’avevamo fatta. Il merito va tutto ai comitati. Il Sindaco nel suo discorso ha infatti sottolineato la ‘tenacia’, ma anche la ‘pazienza’ dei comitati.
Una lunga lotta questa , iniziata con l’impegno del sindaco De Magistris in campagna elettorale, di tradurre in pratica il Referendum. I comitati dell’acqua, ben coordinati in chiave provinciale e regionale, hanno continuato a fare pressione sul sindaco perché mantenesse la promessa . E De Magistris l’ha mantenuta, quando, appena eletto, ha trasformato l’ARIN , un’impresa totalmente pubblica ma gestita da una SPA (Società per Azioni) che serve a fare profitti, in ABC (Acqua Bene Comune), Azienda Speciale . E’ stato un passaggio epocale. I comitati esultarono per la vittoria.
Ma ben presto ci accorgemmo che mancava qualcosa di importante:il Comune non aveva mai affidato con una convenzione l’acqua di Napoli ad ABC .Chi aiutò a capire questo, fu un giovane avvocato, Maurizio Montalto, che ci ha da sempre aiutato. Seguirono altri due anni di dure lotte e di scontri con De Magistris per forzarlo a fare questo passo, ma inutilmente!Il primo segno di una svolta l’abbiamo avuto quando il sindaco ha scelto , lo scorso anno, l’avv. M. Montalto a presidente dell’ABC (al posto del prof. U.Mattei). E così il 9 marzo la grande svolta.
“Nessuno guadagnerà più sull’acqua- ha esultato l’avv. Montalto dopo il voto.Tutti gli utili saranno reinvestiti nel servizio. Non ci sarà più lucro. Oggi non siamo più una società di mercato, ma siamo diventati tutori di un diritto. E’ una svolta storica.”
La prima mossa della nuova ABC sarà di togliere a giugno ogni competenza a Equitalia sulle bollette non pagate, e la seconda è la decisione di dare l’1% degli utili per portare l’acqua a chi non ce l’ha nei pesi del Sud del mondo. Per di più , il presidente dell’ABC ,Montalto ha deciso che i comitati acqua di Napoli possano partecipare al Consiglio di amministrazione dell’Azienda Speciale. E’ fondamentale questo processo di partecipazione democratica su un tema così fondamentale.Inoltre la delibera votata dal Consiglio comunale prevede che l’ABC, tra le sue attività, non potrà mai realizzare programmi che prevedono l’imbottigliamento e la vendita dell’acqua. Tutto questo avrà grandi ripercussioni sia in Campania come in Italia.
In chiave campana, il presidente Caldoro sta varando una legge che mira alla privatizzazione dell’acqua, ponendola sotto l’unico soggetto giuridico esistente che è la GORI, una società mista pubblico-privata che gestisce 76 comuni dell’area vesuviana. E’ da anni che i comitati dell’acqua stanno lottando contro la pessima gestione della GORI, con bollette salate ,ma finora inutilmente. Con questa legge Caldoro sperava così di poter mettere le mani anche sull’ABC di Napoli.Ma la Convenzione con la quale il Comune di Napoli affida per trent’anni l’acqua ad ABC, blocca il piano di Caldoro . Ecco perché abbiamo premuto su De Magistris perché mettesse ABC “in sicurezza”.
“Mi auguro- ha detto il sindaco dopo il voto- che questo segnale del PD che ha votato per la gestione pubblica dell’acqua, vada anche verso la Regione che cerca di affondare ABC. Saremo noi ad affondare le mire di Caldoro e della GORI. E vogliamo anche inserire la gestione pubblica dell’acqua pubblica nello statuto della Città Metropolitana”.
Ma la scelta del Comune di Napoli va non solo contro Caldoro , ma anche contro il governo Renzi che con lo Sblocca Italia spinge verso la privatizzazione dell’acqua , favorendo le grandi multiutilities Hera, A2 A, Iren…E’ questa la politica neoliberale del governo Renzi che è la negazione del Referendum del 2011.
Per questo Napoli invita oggi città come Milano, Torino, Reggio Emilia, Trento,Savona, Venezia a imitarla . E’ solo partendo dal basso che riusciremo a sconfiggere il Sistema. E sempre partendo dal basso Napoli sollecita oggi i nostri Parlamentari a far discutere la Legge di iniziativa popolare sulla gestione pubblica dell’acqua che è stata rivista e firmata da oltre 200 deputati dell’attuale Parlamento, ma che resta ancora nel cassetto della Commissione Ambiente della Camera.
Mi auguro che la vittoria che abbiamo ottenuto a Napoli dia uno scossone a tutto il movimento dell’acqua in Italia perché si risvegli dal proprio torpore e obblighi il governo Renzi ad obbedire alla volontà del popolo, democraticamente espressa nel referendum del 2011.
Dal basso, e insieme, si può!
Alex Zanotelli
Napoli, 10 marzo 2015
Napule è...l'ABC dell'Acqua Pubblica
Esprimiamo piena soddisfazione per il grande risultato ottenuto oggi in Consiglio Comunale a Napoli, che vedeva all'Ordine del Giorno:
L' AFFIDAMENTO DELLA GESTIONE DEL SERVIZIO IDRICO ALL'AZIENDA SPECIALE ABC (Acqua Bene Comune) NAPOLI, la cosiddetta:
MESSA IN SICUREZZA.
E’ stata anche deliberata la modifica statutaria dell’ AS ABC Napoli.
Con tale atto è stata istituzionalizzata la partecipazione democratica nel Consiglio d’ Amministrazione; si escludono le partecipazioni a SpA, mentre invece si apre ai Consorzi di Comuni per l’Acqua Pubblica; si devolve l’1% degli utili per interventi in Paesi in via di Sviluppo.
Tutto ciò è frutto del continuo ed enorme impegno del Comitato Acqua Pubblica Napoli, del Coordinamento Campano per la Gestione Pubblica dell'Acqua, del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, dei Comitati Territoriali tutti, ad essi il ringraziamento per l'impegno profuso e la sollecitazione a continuare insieme a noi il percorso congiunto, perchè oggi si raggiunge un traguardo, ma si inizia un nuovo grande lavoro per impedire che l'acqua della Città Metropolitana di Napoli, che l'ACqua della Campana, che l'Acqua di tutti vada a finire nelle mani di privati e di approfittatori.
Siamo consci del fatto che l'AS ABC Napoli è come un granello di sabbia che blocca il grande ingranaggio delle privatizzazioni, volute da chi sull'acqua vuole fare profitto, ma noi non desisteremo mai dal nostro intento, perchè:
RIPUBBLICIZZARE SI PUO', RIPUBBLICIZZARE SI DEVE
E IL COMUNE DI NAPOLI L’HA FATTO.
Infine un particolare GRAZIE a chi ha fatto il grande atto di coraggio che ha permesso la bella vittoria di questa mattina: il Sindaco, la Giunta, il Consiglio – Essi hanno deciso unanimemente per la messa sicurezza dell' AS ABC Napoli, che non riguarda solo Napoli, ma tutti.
Presenti Alex Zanotelli, il Presidente dell'AS ABC Napoli Maurizio Montalto, i Comitati Cittadini, i Lavoratori, le Associazioni, i Cittadini.
Possiamo proprio affermare, per dirla anche qui coi titoli di canzoni partenopee:
" E' NU JUORNO BUONO!"
NAPOLI, 9 marzo 2015
video del Comune, distribuito in diretta streaming:
domenica 1 marzo 2015
Comunicato stampa - Lista Civica Aria Pulita Arrone
Su nostra richiesta e del gruppo di maggioranza Democratici Riformisti di Arrone, ieri 25 febbraio 2015 si è tenuto il consiglio comunale straordinario aperto agli interventi dei cittadini, riguardo il progetto di acquedotto Ferentillo - Pentima.
Al consiglio comunale hanno partecipato il direttore dell'ATI 4 Ing. Roberto Spinsanti e il dott. Francesconi Maurizio, geologo responsabile dello studio sulla captazione dell'acqua.
Le nostre aspettative erano quelle di avere una visione complessiva di quello che viene proposto per la realizzazione dell'acquedotto suddetto.
Invece ci siamo ritrovati ad ascoltare una disamina su uno studio di fattibilità di un possibile acquedotto che dovrebbe servire il ternano-amerino. Il progetto non è stato presentato, anzi non esiste ancora. Inoltre non sono stati presentati i dati che giustificano tale opera. Solo generiche dichiarazioni di necessità per mantenere positivo il bilancio idrico della provincia di Terni. Visto che poi già un pozzo di 250 metri è stato realizzato, non sappiamo chi lo ha fatto e se era prevista una gara d'appalto ed eventualmente chi se l'è aggiudicata.
Il nocciolo della questione è che si propone di fare un nuovo acquedotto senza spendere un solo momento per studiare l'effettiva necessità, l'utilità, senza presentare i dati reali sulla situazione idrica del ternano e della provincia. Chi necessita di tale opera, i cittadini o chi realizzerà i lavori e chi poi gestirà l'acquedotto?
L'opera avrà un costo di 20 milioni di euro, 14 milioni finanziati dall'Europa, sei milioni attinti in bolletta, cioè da noi cittadini. Quanti soldi sono stati spesi per mettere in sicurezza, bonificare pozzi e rete idrica del ternano? Quanti soldi sono stati spesi e che risultati si sono ottenuti eventualmente con gli eventuali investimenti per riparare le perdite degli acquedotti esistenti? Dove sono i dati sui monitoraggi ipoteticamente effettuati sui pozzi del ternano?
Quindi prima di parlare di nuovi acquedotti vorremmo assistere ad un miglioramento della distribuzione dell'acqua riducendo le perdite, ad un miglioramento della qualità dell'acqua grazie ad una diminuzione dei prelievi e dei carichi inquinanti, bonificando i siti e rendendo più efficiente l'uso delle risorse idriche nei vari settori d'impiego.
Da questo momento in poi metteremo in campo ogni iniziativa possibile per fermare un ennesimo scempio ed accaparramento di risorse da parte di enti che ormai di pubblico hanno solo la denominazione.
giovedì 24 aprile 2014
L’acqua fa gola, torna l’assedio
Acea. Il Messaggero (Caltagirone): per risanare i conti di Roma vendere il 21% di azioni. All'assemblea del 5 giugno andrà in scena lo scontro sulla natura sociale del gruppo: il sindaco Marino aveva chiesto il ricambio del management
La curva delle azioni della multinazionale romana Acea è il vero termometro delle intenzioni politiche sulle privatizzazioni. Nel giugno del 2011 — dopo i referendum sull’acqua — le azioni iniziano una repentina discesa verso i minimi storici. Il management nominato dai soci privati era nel panico, il progetto di allargare a dismisura la gestione dei beni comuni rischiava di saltare definitivamente. La prima reazione fu dura: bloccare tutti gli investimenti, creando una pressione, discreta ma soffocante, per correre ai ripari.
La prima mossa fu la richiesta di un parere legale a un avvocato di eccezione, il figlio del presidente Napolitano, Giulio, che presentò una relazione su come recuperare almeno una parte di quel profitto garantito abrogato dai referendum. La preoccupazione degli investitori d’altra parte era evidente. Nei mesi precedenti il voto dell’articolo 23 bis della legge Ronchi — poi abrogato — che avrebbe obbligato il comune di Roma a cedere buona parte di quel pacchetto del 51% delle azioni ancora in mano pubblica, aveva risvegliato l’interesse dei grandi gruppi finanziari. Con Caltagirone in prima fila. Erano gli anni della gestione Alemanno, il sindaco che aveva in tasca il progetto di cessione di quel poco di sovranità sui servizi pubblici ai suoi grandi elettori. Poi, per i soci privati del colosso dell’acqua, primo operatore del settore idrico in Italia, iniziarono mesi difficili. Con il cambio della guardia al comune di Roma.
La prima mossa fu la richiesta di un parere legale a un avvocato di eccezione, il figlio del presidente Napolitano, Giulio, che presentò una relazione su come recuperare almeno una parte di quel profitto garantito abrogato dai referendum. La preoccupazione degli investitori d’altra parte era evidente. Nei mesi precedenti il voto dell’articolo 23 bis della legge Ronchi — poi abrogato — che avrebbe obbligato il comune di Roma a cedere buona parte di quel pacchetto del 51% delle azioni ancora in mano pubblica, aveva risvegliato l’interesse dei grandi gruppi finanziari. Con Caltagirone in prima fila. Erano gli anni della gestione Alemanno, il sindaco che aveva in tasca il progetto di cessione di quel poco di sovranità sui servizi pubblici ai suoi grandi elettori. Poi, per i soci privati del colosso dell’acqua, primo operatore del settore idrico in Italia, iniziarono mesi difficili. Con il cambio della guardia al comune di Roma.
Oggi — a tre anni dal voto popolare del giugno 2011 — Acea torna a scalare le vette della Borsa di Milano, con un nuovo record storico. La curva delle azioni ha ripreso a salire spinta da due asset: l’arrivo di Matteo Renzi e la discussione sui conti romani, appesi al decreto che dovrebbe salvare il sindaco Marino dal crack. Qualcosa si muove per gli ideologi della gestione privata a tutti i costi, partiti alla riconquista delle posizioni perdute. Partendo proprio da Roma. Ovvero dalla madre di tutte le privatizzazioni.
La porta d’ingresso oggi si chiama bilancio comunale, e il suggerimento-diktat per Ignazio Marino è arrivato puntuale dal giornale romano il Messaggero, controllato da Francesco Gaetano Caltagirone, il principale socio della holding romana, con in mano il 16% delle quote. «Vendere il 21% delle azioni di Acea» è la soluzione per sanare i conti, spiegava ieri il quotidiano, dedicando ampio spazio alle dimissioni dell’assessora capitolina al bilancio Daniela Morgante. Nei mesi scorsi Marino aveva provato a imporre il suo peso di principale azionista ad Acea, scontrandosi con un muro. E l’impressione è che Renzi non stia proprio dalla sua parte. L’ex sindaco Acea la conosce bene: da anni Firenze è il socio di riferimento di Publiacque, il gestore degli acquedotti di buona parte della Toscana e l’attuale presidente Erasmo D’Angelis — vicinissimo al premier — è un fervido sostenitore della presenza dei privati nella gestione del sistema idrico integrato. Una tempesta perfetta, preannunciata da un emendamento — poi caduto — di Linda Lanzillotta (assessora all’epoca Rutelli, quando il Campidoglio firmò la prima privatizzazione alla fine degli anni ’90) che tentava di imporre la cessione delle quote di Acea sul mercato.
Poche ore dopo la moral suasion del Messaggero, sono arrivate le parole del presidente della holding romana Giancarlo Cremonesi, uomo del cerchio magico di Caltagirone: «Io temo che una partecipazione pubblica importante nelle società erogatrici dei servizi pubblici locali — ha commentato durante un incontro alla Camera di commercio — faccia diminuire il grado di attenzione e di verifica sulla qualità dei servizi: è come se il concedente verificasse se stesso. Quanta voglia ha il concedente di decidere se la società in questione dev’essere sanzionata o meno?». Parole che anticipano quale sarà la strategia del gruppo Caltagirone nei prossimi giorni, che si annunciano di fuoco. Il 5 giugno l’assemblea dei soci si dovrà confrontare con la posizione di Marino, che nei mesi scorsi aveva chiesto un ricambio deciso del management.
Andrea Palladino, ROMA, 17.4.2014
martedì 3 dicembre 2013
Acqua, sospensione del servizio per morosità: positiva la mediazione del Prefetto Bellesini
Prefettura di Terni
UFFICIO TERRITORIALE DEL GOVERNO
Gabinetto del Prefetto
COMUNICATO STAMPA
Acqua, sospensione del servizio per morosità: positiva la mediazione del Prefetto Bellesini
Niente più cambiali per gli utenti morosi in difficoltà economica, rateizzazione agevolata, ricorso alla sospensione della fornitura solo dopo una attenta valutazione di ciascuna situazione
All’incontro - sollecitato dal “Comitato per 1’acqua pubblica di Terni” - erano presenti, per l’ATI 4 Umbria, il Presidente Leopoldo Di Girolamo ed il Direttore Roberto Spinsanti; per il Servizio idrico Integrato, il Presidente, Stefano Puliti, e l’Amministratore delegate, Graziano Bernardi; per il “Comitato”, Franco Coppoli.
L’intesa raggiunta tiene conto anche delle previsioni contenute nel “collegato ambientale alla legge di stabilità, che, dopo il varo da parte del Consiglio dei Ministri, è ora all’esame del Parlamento. In attesa che il provvedimento diventi legge, il gestore si è impegnato a non ricorrere più allo strumento delle cambiali per riattivare il servizio agli utenti morosi in difficoltà; a consentire piani di rateizzazione più adeguati alle loro effettive disponibilità economiche ed a valutare con attenzione e caso per case le situazioni prima di procedere all’eventuale distacco dell’utenza.
Inoltre, il Presidente dell’ATI 4 Umbria nonché Sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo - nel sottolineare “l'esigenza, in questo momento di difficoltà economica, di riservare più attenzione a famiglie e cittadini” — ha aggiunto che verranno ricordate ai Servizi sociali dei Comuni le opportunità offerte agli utenti in difficoltà, vale a dire la possibilità di usufruire della tariffa sociale, di accedere al fondo di solidarietà e di ottenere un piano di rateizzazione dell’importo dovuto; tutte informazioni che saranno indicate anche in bolletta.
Positiva la valutazione degli impegni assunti da parte del rappresentante del “Comitato per l’acqua pubblica di Terni” che si è detto "soddisfatto di quanto concordato". Per il Prefetto Bellesini “gli esiti dell’incontro dimostrano la sensibilità degli amministratori verso la delicata questione”.
Terni, 21 novembre 2013
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