Per urgenze e distacchi relativi al servizio idrico, potete rivolgervi al numero
328 6536553
mercoledì 17 aprile 2013
martedì 16 aprile 2013
ACCOMPAGNA IL BAMBINO ALL’ASILO E QUANDO TORNA TROVA LA CASA SENZA ACQUA E IL CONTATORE ASPORTATO!
Questo è quanto successo a L. A. e S. B. una giovane coppia con un bimbo di 5 anni, lei disoccupata dopo aver ottenuto un diploma da infermiera, lui da circa un anno senza lavoro, che si sono trovati nell'impossibilità di pagare le bolletta dell'acqua.
Il SII di Terni, una settimana fa, l'8 aprile, senza nessuna raccomandata di preavviso, ha chiuso l'acqua e asportato il contatore alla loro abitazione.
Il giorno dopo si sono recati presso gli uffici del gestore spiegando la delicata situazione familiare ed economica che stanno affrontando in questo periodo e chiedendo una rateizzazione della bolletta, ma è stato loro risposto che senza il pagamento integrale del debito e le spese del riallaccio non avrebbero potuto riavere l'acqua.
Dopo una settimana stamattina (16/03) il caso è venuto alla conoscenza del Comitato per l'acqua bene comune di Terni (http://comitatoacquaterni. blogspot.it/) che, coordinandosi col Comitato regionale Umbro per l'acqua pubblica (http://acquapubblica-umbria. noblogs.org/), ha preparato una denuncia, presentata da L.A. ai carabinieri, mentre contemporaneamente veniva avvisato e sollecitato il Sindaco di Terni, garante della salute dei cittadini (a prescindere dalle loro condizioni economiche). Le pressioni dei comitati e l'intervento del Sindaco sono stati risolutivi per ristabilire un diritto fondamentale come quello dell'acqua. Dalla tarda mattinata di oggi il piccolo F. di 5 anni ha di nuovo l'acqua da bere nella sua casa.
Il comitato si fa garante del diritto all'acqua come bene comune, risponderemo con denunce e vertenze a qualsiasi interruzione del servizio idrico nelle case e nelle famiglie forti del principio che l'acqua è un bene comune e non una merce, un diritto inalienabile delle persone. Ricordiamo, tra le tante, la sentenza di Tempio Pausania del 6/07/2012 che ribadisce che il diritto all'acqua è un valore essenziale protetto dalla Costituzione.
Questo atto è una grave lesione del diritto fondamentale all'accesso all'acqua, bene indispensabile alla vita umana. L'interruzione dell'erogazione dell'acqua costituisce una violazione del diritto alla salute e si configura come la causa di una potenziale emergenza igienico-sanitaria. Questa è la diretta conseguenza della privatizzazione della gestione dell'acqua, bocciata sonoramente dal 92% degli italiani attraverso un referendum disatteso dalla casta politico-economica in tutela degli interessi e dei profitti privati. Se paghi bevi, se non paghi ti tolgo l'acqua. Come se fosse una merce e non un diritto inalienabile. Oltretutto questo diritto viene negato a fronte della pretesa di una tariffa che non ha recepito gli esiti dei referendum visto che mantiene tutt'ora la remunerazione del capitale investito abrogata. Ancora più grave è che l'acqua venga staccata in un contesto generale dove la crisi economica che stiamo vivendo sta mettendo in ginocchio intere famiglie mentre continua a favorire banche e multinazionali.
giovedì 13 settembre 2012
Lettera di risposta di SII e ATI4 alle lettere di diffida consegnate dal Comitato
Qui trovate il testo delle lettere di risposta di ATI4 e SII, in cui si ignora totalmente la domanda, che riguardava il secondo semestre del 2011.
Lettera anonima recapitata al Comitato
Ci è stata recapitata una lettera anonima spedita da Fiumicino il 13.07.2012.
Il testo della lettera è il seguente:
Per capire il perché di tariffe tanto alte, chiedete al SII come e da chi vengono realizzati i lavori, e scoprirete cose molto interessanti.
Scoprirete che i lavori vengono realizzati dal socio privato senza alcuna gara, con un ribasso molto inferiore alla media di mercato; quanto si sono messi in tasca illegalmente i privati in questi anni?
Ipotizzando 70 milioni di euro di lavori realizzati, e il 10% di ribasso in meno rispetto al mercato, scopriamo che il privato, oltre all'utile lecito, si è messo in tasca 70 M x 10% = 7 milioni di euro illecitamente. In questo modo si sta consentendo ai privati di mettersi in tasca illegalmente soldi pubblici facendo pagare le tariffe tra le più alte d'Italia.
Non sarà difficile verificare queste cose al SII, basta chiederglielo.
Praticamente, secondo questa lettera, il Comune di Terni (tramite l'ATO) dà al SII i soldi per eseguire i lavori di manutenzione, il quale subappalta all'ASM (azienda municipalizzata) gli stessi lavori, trattenendo una percentuale.
Il testo della lettera è il seguente:
Per capire il perché di tariffe tanto alte, chiedete al SII come e da chi vengono realizzati i lavori, e scoprirete cose molto interessanti.
Scoprirete che i lavori vengono realizzati dal socio privato senza alcuna gara, con un ribasso molto inferiore alla media di mercato; quanto si sono messi in tasca illegalmente i privati in questi anni?
Ipotizzando 70 milioni di euro di lavori realizzati, e il 10% di ribasso in meno rispetto al mercato, scopriamo che il privato, oltre all'utile lecito, si è messo in tasca 70 M x 10% = 7 milioni di euro illecitamente. In questo modo si sta consentendo ai privati di mettersi in tasca illegalmente soldi pubblici facendo pagare le tariffe tra le più alte d'Italia.
Non sarà difficile verificare queste cose al SII, basta chiederglielo.
Praticamente, secondo questa lettera, il Comune di Terni (tramite l'ATO) dà al SII i soldi per eseguire i lavori di manutenzione, il quale subappalta all'ASM (azienda municipalizzata) gli stessi lavori, trattenendo una percentuale.
domenica 22 luglio 2012
Grande vittoria dei movimenti, la Corte Costituzionale fa saltare le privatizzazioni di acqua e servizi pubblici locali
Il 20 Luglio, la Corte Costituzionale restituisce la voce ai cittadini italiani e la democrazia al nostro Paese.
Lo fa dichiarando incostituzionale, quindi inammissibile, l'articolo 4 del decreto legge 138 del 13 Agosto 2011, con il quale, il Governo Berlusconi, calpestava il risultato referendario e rintroduceva la privatizzazione dei servizi pubblici locali. Questa sentenza blocca anche tutte le modificazioni successive, compresa quelle del Governo Monti.
La sentenza esplicita chiaramente il vincolo referendario infranto con l'articolo 4 e dichiara che la legge approvata dal Governo Berlusconi violava l'articolo 75 della Costituzione. Viene confermato quello che sostenemmo un anno fa, cioè come quel provvedimento reintroducesse la privatizzazione dei servizi pubblici e calpestasse la volontà dei cittadini. Sula difesa della volontà popolare espressa dal referendum del 12 e 13 giugno 2011 il comitato per l'acqua bene comune ha costruito l'iniziativa di "obbedienza civile" attraverso cui sin'ora oltre 500 famiglie della provincia, di Terni, Narni, Orvieto, Amelia e Otricoli stanno chiedendo al SII e all'ATI 4 il rimborso del 7% delle bollette pagato per il profitto di impresa.
La sentenza ribadisce con forza la volontà popolare espressa il 12 e 13 giugno 2011 e rappresenta un monito al Governo Monti e a tutti i poteri forti che speculano sui beni comuni.
Dopo la straordinaria vittoria referendaria costruita dal basso, oggi è chiarito una volta per tutte che deve deve essere rispettato quello che hanno scelto 27 milioni di italiani: non solo l'acqua ma tutti i servizi (rifiuti, trasporti, scuole e sanità..) non devono essere privatizzati ma debbono rimanere beni comuni.
Si scrive acqua, si legge democrazia!
Lo fa dichiarando incostituzionale, quindi inammissibile, l'articolo 4 del decreto legge 138 del 13 Agosto 2011, con il quale, il Governo Berlusconi, calpestava il risultato referendario e rintroduceva la privatizzazione dei servizi pubblici locali. Questa sentenza blocca anche tutte le modificazioni successive, compresa quelle del Governo Monti.
La sentenza ribadisce con forza la volontà popolare espressa il 12 e 13 giugno 2011 e rappresenta un monito al Governo Monti e a tutti i poteri forti che speculano sui beni comuni.
Si scrive acqua, si legge democrazia!
venerdì 6 luglio 2012
La risposta del Comitato di Terni a SII ed ATI
In seguito al comunicato uscito ieri, ecco la nostra risposta:
Coloro che percorrono a piedi in questi caldi giorni la via francigena ed i paesi della Valnerina troveranno le fontanelle pubbliche chiuse dal SII. In provincia di Terni abbiamo perdite degli impianti di circa il 50% dell’acqua e quello che fa il gestore è togliere l’acqua delle fontane. A Fornole i cittadini stanno conoscendo quanto siano affidabili i comunicati del SII che parlano di investimenti: non hanno acqua potabile da settimane. Il SII gestore del servizio idrico si fa un po’ di pubblicità nel comunicato stampa del 4 luglio affermando che è stato rispettato l’esito referendario. Noi che abbiamo consegnato 420 firme di famiglie che chiedono il rimborso, tramite la campagna di obbedienza civile, del 7% da luglio 2011 (quando cioè i risultati del referendum furono pubblicati in gazzetta ufficiale) a dicembre 2011. E sappiamo che da dicembre 2011 il CDA di ATI4 ha di fatto spostato quel 7% dalla voce specifica del profitto di impresa su tutta la bolletta. Della serie paghi sempre quel 7%. Il SII ci informa che questo giochino contabile è stato fatto insieme ad associazioni dei consumatori, il comitato per l’acqua di Terni vorrebbe sapere chi si è prestato a questi giochetti contabili a somma zero per gli stessi consumatori.
Noi sappiamo che:
CHIEDIAMO CHE ATI E SII RISPETTINO IL REFERENDUM: RIMBORSANDO IL 7% SULLA BOLLETTA
Coloro che percorrono a piedi in questi caldi giorni la via francigena ed i paesi della Valnerina troveranno le fontanelle pubbliche chiuse dal SII. In provincia di Terni abbiamo perdite degli impianti di circa il 50% dell’acqua e quello che fa il gestore è togliere l’acqua delle fontane. A Fornole i cittadini stanno conoscendo quanto siano affidabili i comunicati del SII che parlano di investimenti: non hanno acqua potabile da settimane. Il SII gestore del servizio idrico si fa un po’ di pubblicità nel comunicato stampa del 4 luglio affermando che è stato rispettato l’esito referendario. Noi che abbiamo consegnato 420 firme di famiglie che chiedono il rimborso, tramite la campagna di obbedienza civile, del 7% da luglio 2011 (quando cioè i risultati del referendum furono pubblicati in gazzetta ufficiale) a dicembre 2011. E sappiamo che da dicembre 2011 il CDA di ATI4 ha di fatto spostato quel 7% dalla voce specifica del profitto di impresa su tutta la bolletta. Della serie paghi sempre quel 7%. Il SII ci informa che questo giochino contabile è stato fatto insieme ad associazioni dei consumatori, il comitato per l’acqua di Terni vorrebbe sapere chi si è prestato a questi giochetti contabili a somma zero per gli stessi consumatori.
Noi sappiamo che:
- SII, il gestore trentennale del servizio pubblico ha le tariffe più care dell’Umbria e tra le più care d’Italia.
- in bolletta sono stati caricati in varie forme (costi non ammissibili in tariffa, oneri di ingegneria, interessi sugli investimenti) i debiti fatti dal SII verso le banche, cosa che il TAR dell’Umbria ha considerato illegittimo. Basti ricordare il mutuo ventennale contratto nel 2006, per il quale i cittadini pagano € 523.110 all'anno, più gli eventuali interessi di € 310.000.
- il servizio è carente, la situazione di Fornole è solo l’ultima emergenza
- non c’è reale volontà di restituire quanto pagato illegittimamente dalle famiglie dopo i referendum del 12 e 13 giugno 2011
- gli investimenti promessi dal SII sono solo retorici, in verità mancano 10 sui 14 milioni di euro (oltre il 70%) di fondi che SII avrebbe dovuto investire nelle strutture e non ha investito (risparmio su servizi fatti pagare in bolletta)
- la percentuale delle perdite dell’acqua è intorno al 50%
- le fontane pubbliche lungo la Valnerina vengono chiuse, quando basterebbe fornirle di rubinetti per evitare sprechi.
- I rimborsi dovuti a 2500 utenti per allaccio alle fognature sono di fatto tenuti in ostaggio dal SII, che invece di avvisare direttamente gli aventi diritto mette i codici utenti su internet
- La inutile sede dell’ATI4, pagata oltre € 400.000, è stata indirettamente pagata dagli utenti
- Fare impresa così è facile: tutto viene fatto pagare ai cittadini: calcoli sbagliati, profitti di impresa illegittimi, perdite di acqua, mancati investimenti, debiti e immobili.
- immediati rimborsi,
- la diminuzione consistente dei prezzi della quota considerata vitale (80 litri al giorno pro capite)
- il ritorno alla gestione pubblica
Il comitato referendario per l’acqua bene comune di Terni, Narni, Amelia ed Otricoli
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