Si tratta di una decisione decisiva e importante, non solo per la Francia, ma anche e soprattutto per l’Italia, dove nel 2011 un referendum aveva decretato che l’acqua è un bene comune e pubblico. Il Consiglio costituzionale francese, dunque, ha convalidato il divieto totale di interruzione della fornitura d’acqua, introdotto con legge nel 2013, misura che era stata contestata da uno dei fornitori, la Saur. Il Consiglio, nella giornata di venerdì 29 maggio, ha “giudicato che l’attentato alla libertà contrattuale e la libertà d’impresa che deriva dal divieto di interruzione della fornitura non è manifestamente sproporzionato in relazione all’obiettivo perseguito dal legislatore”.
La società Saur aveva depositato una interrogazione prioritaria di costituzionalità, dopo essere stata chiamata in giudizio da un cliente per interruzione di fornitura. Il Consiglio costituzionale “ha rigettato la richiesta del distributore”, che aveva denunciato “un attentato alla libertà contrattuale e alla libertà d’impresa”. La legge Brottes del 15 aprile 2013, il cui decreto di applicazione è del 27 febbraio 2014, vieta ad ogni distributore di interrompere la fornitura dell’acqua nella residenza principale, anche in caso di morosità fino alla durata di un anno. È la stessa legge che istituisce la tregua invernale per la fornitura di elettricità e di gas, a beneficio di tutti i consumatori, senza distinzione di reddito.
France Libertés si è detta felice della decisione del Consiglio costituzionale: “il verdetto è senza appello”, scrive in un comunicato, “questa decisione è l’esito di una lunga battaglia per il rispetto della legge e della dignità dei più sfavoriti”. Un cliente della Saur, al quale il gestore aveva interrotto la fornitura per molti mesi, aveva depositato alla fine del 2014 un ricorso dinanzi al Tribunale di Amiens, in Picardia. Il Tribunale di Grande Istanza di Amiens aveva ordinato il ripristino immediato della fornitura ed ha rimesso il giudizio al Consiglio costituzionale dopo che la Saur aveva depositato l’interrogazione prioritaria.
La giustizia francese ha condannato molti distributori, tra i quali la Lyonnaise des eaux, Veolia eau e il gestore pubblico Noreade, per aver interrotto la fornitura dell’acqua per molti mesi ai clienti morosi. Nella legge sulla transizione energetica, l’Assemblea legislativa francese ha conservato il divieto generalizzato di interruzione della fornitura dell’acqua, che però il Senato aveva soppresso. Ai distributori è stata tuttavia concessa la possibilità di ridurre l’addebito, come accade nel caso della fornitura elettrica. Ora, la sentenza del Consiglio costituzionale afferma un chiaro principio di civiltà, che speriamo possa essere seguito dai Parlamenti di tutti i Paesi europei, ad iniziare dall’Italia.